Lavori nell’alveo della Grand Eyvia, Legambiente chiede di fare chiarezza

In una lettera agli Assessori regionali Minelli e Marzi l'associazione ambientalista chiede “chiarimenti circa i lavori di sistemazione idraulica in corso sul torrente Grand Eyvia, nel tratto fra Epinel e il capoluogo di Cogne”.
I lavori nell'alveo della Grand Eyvia, a Cogne
Società

Sui lavori nell’alveo del torrente Grand Eyvia, a Cogne, Legambiente Valle d’Aosta vale vederci chiaro.

In una lettera rivolta all’Assessora all’Ambiente Chiara Minelli e a Carlo Marzi, Assessore ai Lavori Pubblici, l’associazione ambientalista chiede “chiarimenti circa i lavori di sistemazione idraulica in corso sul torrente Grand Eyvia, nel tratto fra Epinel e il capoluogo di Cogne”.

“Le ruspe all’interno del letto del torrente – spiega Legamebiente – stanno spianando il fondo, rimuovendo i sassi e spaccando, pare anche con la dinamite, i massi. Risulta anche che in questo modo siano morte le trotelle che il Consorzio Pesca aveva ‘seminato’ nelle settimane scorse. Ci sfugge l’utilità dell’intervento in atto, se consideriamo che le norme di tutela dei corsi d’acqua (Direttiva 2000/60/CE e di conseguenza il PTA) escludono la possibilità di estrarre materiali dai fiumi e torrenti e raccomandano il mantenimento delle caratteristiche di naturalità degli stessi”.

“Allo stesso modo – prosegue la lettera – gli esperti del settore da tempo escludono la possibilità che l’artificializzazione dei corsi d’acqua favorisca la sicurezza idraulica dalle esondazioni. Al contrario, il fatto di facilitare lo scorrimento delle acque nelle zone più pianeggianti può accrescere il rischio di alluvioni a valle, in caso di piogge eccezionali. È proprio nei tratti più pianeggianti che il torrente dovrebbe perdere la sua forza e divagare fra i sassi che naturalmente ricoprono il fondo dell’alveo. Gli esperti consigliano che proprio in queste zone vengano create delle ‘casse di esondazione’ per rallentare la potenza del flusso delle acque”.

“Suggeriamo anche – chiude Legambiente – di non sottovalutare il degrado paesaggistico che deriva dalla perdita di naturalità del torrente in un tratto di grande visibilità, all’entrata dell’abitato di Cogne, torrente che già nell’attraversamento del paese è cementificato al massimo e che solo in questo punto ritorna allo stato naturale”.

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