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Una pianta per ricordare il questore Palatucci, morto a Dachau nel 1945

Il funzionario di Polizia, reggente della Questura di Fiume nel 1944, venne arrestato dopo aver salvato dal genocidio numerosi ebrei stranieri e italiani. L’albero per commemorarlo è stato piantato in via Guido Rey.
Società

Dopo la posa, lo scorso gennaio, di una “pietra d’inciampo” alla memoria del commissario Camillo Renzi, un’altra iniziativa del Ministero dell’Interno ricorda, in Valle, un funzionario di Polizia morto per essersi opposto alla barbarie nazista. E’ il già questore di Fiume Giovanni Palatucci, deceduto nel 1945 nel campo di concentramento di Dachau, medaglia d’oro al merito civile e riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” per avere salvato dal genocidio numerosi ebrei stranieri e italiani. La sua memoria da oggi, martedì 24 maggio, è affidata ad un albero piantumato nelle aiuole di via Guido Rey, ad Aosta.

Alla cerimonia, il questore Ivo Morelli ha ricordato i tratti salienti della carriera di Palatucci, nato nell’avellinese nel 1909 e, dopo aver vinto il concorso per funzionari di Pubblica Sicurezza, assegnato alla questura di Fiume nel 1937, dove assume l’incarico di dirigente dell’Ufficio stranieri. Nel febbraio 1944, diviene Questore reggente e, in ragione dell’intensa attività di contrasto alla persecuzione nazista, dopo aver salvato la vita a migliaia di cittadini, soprattutto di fede ebraica, il 13 settembre 1944 viene arrestato dalla Gestapo e incarcerato a Trieste, con l’accusa di cospirazione ed intelligenza con il nemico.

Condannato a morte, il 22 ottobre vede la sua condanna commutata nella deportazione e viene internato nel lager di Dachau, dove il 10 febbraio 1945, a poche settimane dalla liberazione muore per gli stenti e le sevizie subite. Il suo corpo, assieme a quelli di centinaia di ebrei ed antifascisti, viene gettato in una fossa comune sulla collina di Leitenberg. Dicendo dell’esempio rappresentato da Palatucci, il presidente della Giunta Erik Lavevaz ha sottolineato che l’albero, donato alla Questura dall’amministrazione regionale, è un simbolo e che “abbiamo la necessità di mantenere lo sguardo limpido nel momento in cui abbiamo una guerra in mezzo all’Europa, di saper scegliere quello che è giusto”.

Per parte sua, il sindaco di Aosta Gianni Nuti ha ricordato che in Francia si trovano “tantissimi alberi per la libertà”, piantumati “durante la Rivoluzione francese”. Si tratta di una tradizione che nasce con la rivoluzione americana e “non c’è miglior gesto di quello che stiamo facendo oggi per simboleggiare la libertà”. Gli alberi, ha ricordato il primo cittadino di Aosta, attraverso le loro radici “sottoterra si alimentano a vicenda, anche a distanza”. Così, noi tutti “ci alimenteremo a vicenda con la nostra voglia di libertà”.

Infine, l’assessore all’Istruzione Luciano Caveri (alla cerimonia ha assistito anche una scolaresca del capoluogo) ha messo l’accento anche sul luogo scelto per la piantumazione: “ci troviamo davanti al Conservatorio, che però è stata per anni una prigione. In questo carcere ci sono stati anche tanti antifascisti che venivano qui imprigionati. Oggi è indicativo di un luogo di ragazzi che studiano, che fanno musica, che è libertà”. Davanti all’albero, una targa commemorativa ricorda le circostanze per cui l’albero è stato messo a dimora.

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