Valdostani a segno: Comola, Bionaz e Bétemps tra emozione e incredulità

Quattro ori e un argento tra Mondiali ed Europei giovanili di biathlon. Ecco cosa ci hanno raccontato Samuela Comola, Didier Bionaz e Nicolò Bétemps.
Comola Bionaz Bétemps
Sport

Quattro ori e un argento. Pas mal per una piccola regione come la Valle d’Aosta. Eppure le ultime due settimane del biathlon sono state nel segno dei valdostani: dai Mondiali di Oberhof Samuela Comola e Didier Bionaz tornano con un trionfo ed un secondo posto nelle staffette, mentre dagli Europei giovanili di Madona Nicolò Bétemps è uscito dominatore con tre vittorie.

Tre giovanissimi valdostani che stanno raccogliendo i frutti del gran lavoro svolto e che fanno ben sperare in prospettiva Olimpiadi Milano-Cortina 2026, e che ancora faticano a realizzare le imprese che hanno compiuto.

Samuela Comola e lo storico oro in staffetta: “Una cosa esagerata”

Samuela Comola con Lisa Vittozzi Dorothea Wierer e Hannah Auchentaller foto Pierre Teyssot Pentaphoto
Samuela Comola con Lisa Vittozzi Dorothea Wierer e Hannah Auchentaller foto Pierre Teyssot Pentaphoto

Il Mondiale di Samuela Comola è stato a dir poco incredibile. Partita in sordina con un 46° posto nella sprint, la giovane di Champorcher ha compiuto un’impresa nell’Individuale, dove è arrivata quarta. È stato più un “Cavolo, medaglia di legno…” o un “Cavolo, quarta!”? “Per me vale come un podio, non ho pensato di aver perso qualcosa ma di aver fatto qualcosa di grande”, racconta. “Se me l’avessero detto prima ci avrei messo la firma. Non ero contenta di com’erano andate le altre gare, così ho cercato di mettere tutte le energie per stare concentrata in pista e al tiro e dimostrare quello che sapevo fare”.

Samuela Comola foto Pierre Teyssot Pentaphoto
Samuela Comola foto Pierre Teyssot Pentaphoto

Un’iniezione di fiducia per quello che è stato il vero capolavoro, lo storico oro in staffetta con Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer e Hannah Auchentaller. “Credo di non aver ancora realizzato quello che è successo, mi sembra una cosa esagerata”, dice Samuela Comola ancora trasognata. “È stata una giornata lunghissima piena di emozioni indescrivibili. Tra conferenze stampa, foto, antidoping, messaggi, la notte non sono riuscita a dormire, mi rigiravo nel letto ancora carica di adrenalina. Infatti il giorno dopo l’ho un po’ pagata nell’ultima gara”.

Oggi alle 18.30 a Champorcher una piccola festa per lei, poi è tempo di rifiatare: “Devo staccare un po’ la spina, il Mondiale è stato duro anche mentalmente, è difficile tenere alta la concentrazione ogni giorno per due settimane, anche quando non gareggi”.

Didier Bionaz: “Rivivo dei flash di Giacomel al traguardo”

Didier Bionaz foto Pierre Teyssot Pentaphoto
Didier Bionaz foto Pierre Teyssot Pentaphoto

“Devo dire che non ho dormito benissimo, ci ho messo una vita ad addormentarmi e mi svegliavo ogni due ore rivivendo dei flash di Tommaso al traguardo”. Didier Bionaz era euforico dopo la medaglia d’argento arrivata nella staffetta mista con Tommaso Giacomel, Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer, “uno di quei sogni che hai da bambino, ci speri ma sai che è difficilissimo”. Serviva una giornata quasi perfetta, ed è arrivata: “Sapevo che avrei fatto parte della staffetta mista e che avevamo una squadra molto competitiva, ma dopo aver visto la startlist sapevo anche che era davvero dura, il livello delle altre squadre è altissimo. Quando poi ho capito che avremmo vinto una medaglia non riuscivo a crederci, stavo impazzendo di gioia”.

Il movimento del biathlon sta vivendo un ottimo momento, non solo a livello nazionale (“avere in squadra due esempi come Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer è importantissimo, hanno un’esperienza incredibile e sono due grandi campionesse, stare con loro è molto stimolante e si impara tantissimo”) ma anche regionale: “Negli ultimi anni i numeri sono in grande crescita”, commenta il 23enne valdostano, “già solo rispetto a quando gareggiavo io da piccolo. Ci sono tantissimi bambini e questo è molto bello, il biathlon pur essendo uno sport invernale “minore” rispetto a sci alpino e fondo è diventato sempre più popolare. Si è lavorato molto bene con gli sci club e con il comitato Asiva”.

Didier Bionaz foto Pierre Teyssot Pentaphoto
Didier Bionaz foto Pierre Teyssot Pentaphoto

Il resto del Mondiale di Oberhof è stato a tinte chiaroscure, con un 66° posto in sprint, un 26° nell’Individuale e il 7° in staffetta: “Sinceramente speravo meglio”, spiega ancora Didier Bionaz. “Ho avuto un po’ di sfortuna con le condizioni del vento nella sprint, che mi ha precluso l’inseguimento, mentre nell’individuale è andata abbastanza bene al tiro ma ho faticato sugli sci”. Ora testa alle ultime gare di Coppa del Mondo: “Ci tengo a dare il 100% e fare bene nelle prossime settimane”, conclude Bionaz.

Nicolò Bétemps: “Puntavo ad entrare nei primi dieci”

Nicolò Bétemps
Nicolò Bétemps

“Con Dido ci sentiamo spesso, sono contentissimo per lui e per Samuela”. Chissà che i successi di Bionaz e Comola non siano stati uno stimolo per il trionfo assoluto di Nicolò Bétemps, che torna dai Campionati europei di Madona, in Lettonia, con un bagaglio appesantito di tre medaglie d’oro, una in staffetta e due individuali, nella sprint e nell’inseguimento.

Risultati che hanno colto di sorpresa non solo gli addetti ai lavori ma lo stesso giovane valdostano: “Non mi aspettavo sicuramente queste vittorie”, esclama Bétemps. “Speravo di fare bene, ma questo per me voleva dire entrare nei primi 10. È andata meglio di quanto mi aspettassi, anche perché la settimana scorsa in Estonia non ero in formissima”.

Poi tutto ha girato per il verso giusto, tra la condizione sugli sci ed un’infallibilità al tiro: “La sprint è stata una gara perfetta, non sono stato velocissimo al tiro ma ho pensato a chiudere i poligoni ed è andata alla grande. Nell’inseguimento ho un po’ gestito, sono stato anche fortunato ad aver trovato poco vento nei poligoni. I materiali erano una bomba, con la pioggia eravamo molto preparati mentre altre nazioni hanno avuto difficoltà”.

Nicolò Bétemps sul podio
Nicolò Bétemps sul podio

Per Bétemps, 20 anni tra poco più di un mese, dal 4 al 12 marzo si aprono le porte del Mondiale giovanile di Shchuchinsk, in Kazakhistan (insieme ad un’altra valdostana, Martina Trabucchi). “Non ho obiettivi, cercherò di fare del mio meglio ma senza pressione”, conclude. “Ci sarà più gente e atleti più forti, quindi sarà dura. La Coppa del Mondo? No, non mi sento pronto. Quest’anno ho già esordito in IBU Cup ed è stata davvero dura”.

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