‘Ndrangheta, Sorbara resta in cella: è il quarto “no” alla scarcerazione

Respinta dal Riesame di Torino la nuova impugnazione al provvedimento del Gip che, a fine aprile, aveva negato una modifica della misura cautelare per il politico arrestato nell’operazione Geenna. L’avvocato: “massima sfiducia ormai nella giustizia”.
Marco Sorbara
Cronaca

Il verdetto su cui difensori, familiari e amici di Marco Sorbara riponevano buona parte delle loro speranze è arrivato e, per loro, è una doccia fredda: il consigliere regionale sospeso resta in cella, nel carcere di Biella, dov’è rinchiuso dallo scorso 23 gennaio, quando è stato arrestato nell’ambito dell’operazione Geenna della Dda di Torino e dei Carabinieri, su presunte infiltrazioni di ‘ndrangheta in Valle.

Il Tribunale del Riesame ha infatti rigettato l’appello dei legali di Sorbara (gli avvocati Sandro Sorbara, Raffaele Della Valle e Donatella Rapetti). L’impugnazione era relativa al provvedimento, assunto alla fine dello scorso aprile dal Gip di Torino, che negava la scarcerazione. L’istanza per ottenere una misura cautelare diversa dal carcere era stata presentata dopo che, il 4 aprile, il politico – accusato di concorso esterno in associazione mafiosa – aveva risposto per cinque ore alle domande dei pm della Direzione Distrettuale Antimafia.

L’udienza per discutere della richiesta si era tenuta la scorsa settimana: i giudici si erano riservati la decisione. Categorico il commento dell’avvocato Della Valle, del foro di Monza: “non farò alcun ricorso in Cassazione, perché ho la massima sfiducia ormai nella giustizia”. L’avvocato, che non aveva esitato a parlare di “cultura del sospetto e dell’inquisizione” in passato, preannuncia solo “leggerò la motivazione e vedremo eventualmente di presentare una nuova istanza al Gip”.

Il legale era fiducioso sull’esito, soprattutto alla luce della recente concessione degli arresti domiciliari ad un’altra indagata per lo stesso reato, l’ex assessore di Saint-Pierre Monica Carcea. Questo è il quarto “no” incassato da Sorbara. Sempre la sezione del Riesame di Torino, a metà febbraio, aveva confermato la custodia in carcere, con valutazioni poi validate dalla Cassazione a fine maggio. Nel mentre, l’interrogatorio con i pm  Valerio Longi e Stefano Castellani e la nuova istanza, bocciata dal Gip ed ora anche dal Riesame.

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