Passa (anche) per Giovanni Falcone, che chiama “il nostro maestro”, l’avvocato Raffaele Della Valle, del team difensivo di Marco Sorbara, nell’arringa al processo “Geenna”, ripreso oggi, giovedì 10 settembre, al Tribunale di Aosta. Il consigliere regionale sospeso è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Voti della “locale” di ‘ndrangheta promossa e gestita da alcuni co-imputati, per i quali si sarebbe sdebitato con informazioni sull’attività del comune di Aosta ed altri “favori” al sodalizio. Per il legale, però, gli inquirenti “hanno fatto gli accertamenti fiscali: zero” e, come diceva il magistrato palermitano, “la ricerca della prova è lì”.
Quindi, Della Valle la butta sul profilo del suo cliente, giacché “occorre capire l’uomo, in un processo indiziario è importantissimo”. E l’uomo Sorbara, per il quale la Dda di Torino ha chiesto ieri 10 anni di reclusione, è mosso, a suo dire, da “un orgoglio autentico di partecipazione a una comunità calabrese” che “non ha il coronavirus” e che, però, “se parla di elezioni” viene vista come “‘ndrangheta”. Per “i giovani il mio assistito è un’icona, piaccia o no, da cantoniere ha studiato” e poi ha trovato una realizzazione come commercialista. Il consigliere sospeso, ha continuato il difensore, è “stato intercettato per anni e l’accusa non è stata in grado di stabilire un certo, sicuro, contributo al sodalizio”.
La “connection” di Sorbara nell’associazione, per gli inquirenti, era il ristoratore Antonio Raso, a sua volta imputato nel processo aostano per associazione di stampo mafioso, quale “esponente di vertice” della locale di ‘ndrangheta emersa dalle indagini dei Carabinieri del Reparto Operativo. In quest’ottica, ha incalzato Della Valle, di intercettazioni in cui l’imputato diceva “Raso succede questo, succede quest’altro, in anni di indagini ne avremmo dovute trovare migliaia”. Non solo, per il legale, non è così, ma esistono anche conversazioni da cui si comprende che “Raso non ha mai sostenuto Sorbara alle comunali del 2015”, “investendo” su altri candidati.
Oltretutto, ha evocato ancora Della Valle, il problema dell’allora assessore comunale, durante quella campagna elettorale, era che “i calabresi non lo votassero”. Il legale si è poi concentrato sull’impianto inquirente, affermando che “l’istruttoria è un’insalata russa”: dall’indagine “Lenzuolo” (“giustamente archiviata e di cui qua si vuole fare la continuazione”) a “Tempus Venit” (“che ha riguardato un’estorsione”), a “Caccia grossa” (“iniziata per cercare Mammoliti e poi si scopre Nirta… la storia romanzata lasciamola a Carofiglio”) sino a “Egomnia” (in cui “non si conferiscono robusti elementi probatori”). L’udienza è ora sospesa per una pausa. Il prossimo legale ad arringare sarà l’altro difensore di Sorbara, l’avvocato Corrado Bellora.