Casinò, nulla di fatto all’udienza prefallimentare: rinvio al 21 ottobre

La società di gestione della Casa da gioco ha chiesto un “termine”, dopo il deposito di una nuova istanza fallimentare, da parte degli avvocati di due ditte creditrici: Valcolor Srl e De Vere Concept Srl.
L'amministratore unico del Casinò, Filippo Rolando.
Cronaca

Restano sospesi i destini del Casinò de la Vallée. All’udienza prefallimentare convocata per oggi, martedì 8 settembre, dinanzi al giudice monocratico Marco Tornatore, la società di gestione della Casa da gioco ha chiesto un “termine”, cioè di disporre di ulteriore tempo per approfondimenti. Il magistrato ha così rinviato al 21 ottobre prossimo.

La richiesta dell’azienda di Saint-Vincent arriva dopo la nuova istanza fallimentare, depositata giovedì scorso, 3 settembre, dai legali di due creditori del Casinò, Valcolor Srl e De Vere Concept Srl. All’uscita da palazzo di giustizia, l’avvocato Maria Chiara Marchetti ha precisato che “la prima richiesta” dell’iniziativa intrapresa per conto degli assistiti è “l’accertamento dello stato di insolvenza” della Casa da gioco.

Dopodiché, “amministrazione straordinaria, o fallimento, deciderà il giudice”. L’istanza trae origine dalla decisione con cui, il 9 luglio di quest’anno, i giudici della Corte d’appello di Torino hanno revocato il decreto di omologazione del concordato intrapreso dall’azienda, che aveva avuto il “via libera” del Tribunale di Aosta nell’ottobre 2019.

“Il concordato è stato omologato, poi subito revocato. – ha affermato l’avvocato Andrea Bettini, anch’egli in rappresentanza di Valcolor e De Vere – Non ritengo che siano stati pagati crediti”. Una visione per cui, con le lancette dell’orologio tornate alla fase pre-concordato (anche se sulla sentenza torinese pende ricorso in Cassazione del Casinò), il team legale delle due aziende creditrici considera quelli della Casa da gioco dei debiti scaduti.

Non solo, perché – a quanto si apprende – la nuova istanza poggia anche sulla mancata verosimiglianza dei flussi di cassa ipotizzati nel piano concordatario (argomento sostenuto alla luce dei dati sugli introiti nei mesi di giugno e luglio), nonché sull’attuale natura, a seguito del pronunciamento della Corte d’Appello, dei 48 milioni di euro del credito vantato da Finaosta nei confronti della Casa da gioco.

La somma era stata alla base dell’emissione di uno Strumento Finanziario Partecipativo, attuata con legge regionale. La cifra era così stata convertita (si era trattato di una delle condizioni poste dal Tribunale per l’omologazione della procedura concordataria) da credito della finanziaria regionale ad apporto patrimoniale. Ora, però – è il ragionamento degli avvocati di Valcolor e De Vere – il concordato è venuto meno e quei soldi tornano ad essere un debito, con l’insolvenza del Casinò ancora più pesante.

Il prossimo 21 ottobre, ha aggiunto l’avvocato Marchetti, l’udienza “si andrà a discutere”. La nuova istanza fallimentare si somma a quella presentata dalla Procura della Repubblica nel novembre 2018, motivandola con la situazione finanziaria (giudicata “irreversibile”) della Casa da gioco. All’udienza di stamane hanno partecipato anche il pm Luca Ceccanti e l’amministratore unico della Casinò de la Vallée Filippo Rolando, che lasciando via Ollietti si è limitato a dire ai cronisti del rinvio.

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