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La fiaccola del Memorial Day, perché non scenda il buio sulle vittime del dovere

Partito nella mattinata di oggi, giovedì 4 maggio, il gruppo di ciclisti al centro della manifestazione per ricordare le vittime del terrorismo, della mafia, del dovere e di ogni forma di criminalità. La manifestazione organizzata dal Sindacato Autonomo di Polizia.
Cronaca

Come accade dal 1999, la fiaccola del Memorial Day – la giornata in memoria delle vittime del terrorismo, della mafia, del dovere e di ogni forma di criminalità – è stata accesa oggi, giovedì 4 maggio, dinanzi al palazzo di giustizia di Aosta. A trasportarla in diversi luoghi della Valle, per commemorare varie figure cadute nello svolgimento dei loro compiti, un gruppo di ciclisti appartenenti alla Polizia di Stato, ai Vigili del fuoco, alla Guardia di finanza, Ai Carabinieri e al Corpo forestale della Valle d’Aosta.

Il Sap ai ragazzi: “Non fermatevi alle apparenze”

L’iniziativa è organizzata dal Sindacato Autonomo di Polizia, sotto l’egida della Procura della Repubblica, del Tribunale di Aosta, e rientra tra le azioni del Piano sulla corresponsabilità educativa e sulla legalità della Regione Autonoma della Valle d’Aosta. Rivolgendosi ai diversi studenti di istituzioni cittadine presenti, il segretario regionale del Sap Massimo Denarier li ha esortati a “non limitare la sete di conoscenza, di sapere. Non fermatevi alle apparenze. Quando vedete un nome su una targa, approfondite”.

Libera, storia di Selis a lungo dimenticata

Partendo proprio dal nome di Giovanni Selis, cui è stato intitolato recentemente il palazzo che ad Aosta ospita gli uffici giudiziari, Chara Paglino, la referente del presidio di Libera Valle d’Aosta, ha ricordato che la storia del pretore aostano, destinatario del primo attentato dinamitardo contro un magistrato in Italia, è stata “per molto tempo dimenticata”, ma ora – anche grazie all’intitolazione – “si sta ricostruendo e il suo è uno dei nomi che vengono ricordati in questa giornata”.

Il pm: “i giovani mostrarino sete di giustizia”

La rappresentante dell’associazione antimafia ha poi citato Primo Levi (“tutti coloro che dimenticano il passato sono condannati a riviverlo”), per sottolineare che “studiare la storia serve anche a far sì che le vittime non siano morte invano”. Ai giovani presenti ha rivolto la sua riflessione anche il sostituto procuratore Manlio D’Ambrosi: “noi che siamo adulti eravamo presenti quando le stragi dinamitarde uccidevano i giudici Falcone e Borsellino e le loro scorte. A voi, che non c’eravate, sta portare avanti il loro esempio”.

Il pm ha quindi ricordato l’arresto di Matteo Messina Denaro, ultimo superlatitante stragista, mettendo l’accento sul fatto che “nonostante l’impegno quotidiano di chi istituzionalmente le combatte, le mafie non sono sconfitte e hanno più paura delle società civile. Manifestate la vostra voglia di capire fenomeni lontani nel tempo, ma non superati. Mostrate la vostra sete di giustizia, non intesa come vendetta. Queste giornate sono soprattutto per voi, affinché possiate raccogliere il testimone e dimostrare che coloro che sono caduti non sono morti invano”.

Le vittime commemorate in Valle

Tra i luoghi toccati dai ciclisti-tedofori del Memorial Day, la stele (in via Monte Vodice, ad Aosta) posta a testimonianza dell’attentato al magistrato Selis, la pietra d’inciampo dedicata al commissario Camillo Renzi dinanzi alla Questura di Aosta, la caserma dei Vigili del fuoco dedicata al caposquadra Erik Mortara che perse la vita 11 anni fa cercando di salvare una persona (e il pensiero è anche al suo collega volontario Rinaldo Challancin, strappato alla vita durante un intervento) e la fondazione Ollignan (per commemorare, tra l’altro, Loris Azzaro allievo poliziotto che morì in un incidente stradale e Giuseppe Iorio, agente che stava aiutando un automobilista a Pont-Saint-Martin e venne falciato da un’altra macchina).

E ancora, la Casa da gioco di Saint-Vincent, ove cadde l’appuntato della Pubblica Sicurezza Adolfo La Bernarda, e l’eliporto di Pollein, per ricordare le vittime dell’incidente di elicottero del 14 maggio 1973, ma anche il cimitero di Villeneuve, dove riposa Giuseppe “Pippo” Parisi, che cadde in Libano, abbattuto mentre pilotava l’elicottero “Charlie Four”. Tra i ciclisti, la fiaccola era portata da Edy Collomb, fratello di Gianni, il “gigante buono” degli sport popolari scomparso da poco. Ad accendere la fiamma, Micol Jerusel che – ha ricordato Denarier con la voce rotta dalla commozione – “undici anni fa ha perso suo fratello di soli 17 anni”, Mathieu.

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