Crisi politica, Rete civica: “L’unica soluzione è un nuovo sistema elettorale”

Rimpasti di Giunta, allargamenti o nuove maggioranze, elezioni anticipate? Per Rete civica nessuna ipotesi sul tavolo risolverebbe la crisi politica in piazza Deffeyes, definita ormai strutturale. L'unica soluzione: il referendum consultivo, poi la riforma elettorale per l'elezione diretta del presidente della Giunta e la maggioranza in Consiglio Valle.
Rete civica. Da sx: Fabio Protasoni e Elio Riccarand
Politica

Le “alchimie” per risolvere la crisi politica in Regione sono finite. Il rimpasto in Giunta, gli allargamenti di maggioranza, un eventuale accordo con la Lega “sono tacconi inutili che non risolvono il problema”. Così come non lo risolverebbero eventuali elezioni anticipate. L’unica soluzione è un nuovo sistema elettorale.

A dirlo, facendo il punto sulla situazione politica a piazza Deffeyes, in conferenza stampa, è stata Rete civica. “Serve un nuovo sistema elettorale. È un ritornello che ripetono tutti, ma non basta dirlo. Bisogna decidere come cambiarlo – ha spiegato Elio Riccarand -. Non si capisce perché la Valle d’Aosta deve rimanere l’unica regione in Italia senza un sistema che permetta agli elettori di eleggere i suoi vertici. Un sistema che funziona in tutte le regioni e comuni. Cosa impedisce di farlo?”.

L’iter che Rete civica traccia è ben definito: arrivare al referendum consultivo. Quindi, per chiedere alla cittadinanza se voglia o meno eleggere direttamente il presidente della Regione. Sempre Riccarand: “Il Consiglio Valle prenda una decisione sulla riforma elettorale a partire da una scelta precisa da prendere entro metà gennaio sul referendum propositivo. Entro il 15 gennaio questa scelta va fatta, noi riteniamo sia la priorità in questo momento. Poi si farà votare tra fine maggio e metà giugno, è già tutto definito da legge. Il passaggio dalla consultazione popolare è necessario”.

Anche perché “Andare a votare senza cambiare la legge elettorale non produce un miglioramento ma riproduce una situazione di instabilità. La ‘chiave di volta’ è il referendum che mette in campo non alcuni ceti politici o partitici ma che fa scendere in campo la popolazione. È quello il ‘grimaldello’ per cambiare. Mi sembra incredibile che in Valle d’Aosta non si chieda agli elettori cosa pensino. Il referendum è un vantaggio per tutti, per la comunità e per le forze politiche. La riforma elettorale è urgente e non si può fare l’anno prima delle elezioni”.

La crisi politica, dice invece Fabio Protasoni, capogruppo di Progetto civico progressista al Comune di Aosta, sta anche nei dettagli: “Oggi tutti parlano di ‘dare risposte’, ma che politica è quella di non discutere quali siano queste risposte da dare. Questo si dovrebbe combattere in tutti i modi possibili immaginabili”. Con l’esempio plastico proprio del Comune di Aosta e della stabilità che dà una diversa legge elettorale: “Se questi due anni di delirio fossero stati gestiti da un Consiglio Valle eletto come l’Assemblea cittadina pensiamo a quali opportunità di riforme vere si creerebbero, ma anche di stabilità di una maggioranza che ha deciso un programma prima, i posti di governo prima. E che funziona, porta a casa dei risultati, che possono essere discutibili, ma come non vedere questa contraddizione?”.

Ma oltre all’Union valdôtaine e agli autonomisti, con i quali si è consumata la rottura in Regione, le responsabilità – secondo Rete civica – sono diverse, come quella “dei cinque consiglieri eletti nella lista Pcp che si sono completamente allineati all’Uv mettendosi in contrapposizione con quanto concordato e abbandonando tutti i contenuti programmatici – dice Riccarand -, E rimane un fatto incontrovertibile che non siamo di fronte ad una crisi politica episodica ma sistematica”.

VdA aperta: “Senza condizioni per governare si ridia la parola agli elettori”

I rappresentanti di Valle d'Aosta Aperta. Da sx: Pulz (Adu/Si), Tripodi (M5S) e Donzel (Ad)
I rappresentanti di Valle d’Aosta Aperta. Da sx: Pulz (Adu/Si), Tripodi (M5S) e Donzel (Ad)

Per uscire dalla crisi in cui il governo regionale è – ormai da tempo – invischiato ci sono tre strade: un tentativo di rimanere a 18, che da sempre mostra le sue fragilità, un allargamento di maggioranza o il ritorno alle urne.

A dirlo è Valle d’Aosta aperta, che in conferenza stampa punta il dito contro la situazione in piazza Deffeyes. O meglio, contro una precarietà cronica che – secondo gli esponenti di Adu VdA/Sinistra italiana, MoVimento 5 Stelle e Area democratica – Gauche autonomiste – sta destabilizzando tutti i gangli dell’Amministrazione regionale.

“Sta accadendo qualcosa di irrituale e di molto grave – ha detto Raimondo Donzel, Area democratica – . Vogliamo stigmatizzare quanto accade da più di un anno in Consiglio Valle e sembra non ci sia limite al peggio. Grande responsabilità è sicuramente in capo all’Union valdôtaine. L’Assemblea si è trasformata in uncarosellodi passi indietro, di persone messe da parte e poi rilanciate”.

Il tutto, nel momento peggiore: “Tra poco sarà approvato il bilancio regionale. È possibile oggi che un singolo consigliere, slegato da tutti movimenti, possa influire su delle scelte che determinano la locazione di centinaia di migliaia di euro? A chi rispondono questi consiglieri? Ad alcune lobby? È possibile che un consigliere regionale, con il suo voto, possa determinare spostamenti di denaro in bilancio in modo così determinante?. È questa democrazia che questi signori vogliono mostrare?”, ha aggiunto Donzel. Con riferimento esplicito – anzi spesso apertamente – a Padovani e Restano.

“Ci facciamo portavoce dell’imbarazzo estremo dei cittadini per questa situazione – ha detto invece Daria Pulz, Adu VdA -. Non siamo nemmeno a metà legislatura e non si capisce cosa si aspetti, sembra che la maggioranza voglia entrare in letargo per arrivare al 2025. Come verrà affrontato questo bilancio? Il vaso, per la cittadinanza, è colmo. Non sapremo come finirà l’inverno, con una crisi energetica che non porta alle migliori premesse, una sanità in una crisi incredibile, a partire dai medici di famiglia ed un welfare che una volta si poteva definire ‘fiore all’occhiello’ e che ora fa acqua da tutte le parti”.

C’è spazio anche per il qui e ora, come la discussione in aula sull’inchiesta Egomnia o l’affaire Lucianaz: “In Consiglio non si parla di mafia ma neanche di una crisi politica che va avanti da oltre un anno – ha aggiunto Elisa Tripodi, M5S -. Questa non è serietà, i cittadini votano un programma. In questo momento non c’è una programmazione, non ci sono risposte”. E Donzel rincara: “Oggi un consigliere, Lucianaz, ha attaccato in modo indegno il presidente Bertin. Basta. Ci sono degli strumenti, c’è un giurì d’onore. Si fermi questa persona che ha dato prova di non essere equilibrata. Gli strumenti ci sono, che si usino. Che il presidente del Consiglio si faccia carico di fermare questa deriva inaccettabile”.

“Ci sono crisi come quella energetica che necessita di risposte che possono e devono arrivare dal Governo regionale e non solo da quello nazionale – ha detto ancora Tripodi -. Invece si continua con questo teatrino, con la spartizione di posti e di potere”. Con un altro fattore: “Sono molto preoccupata, per il Pnrr, da una Giunta che non c’è e che non riesce a programmare lavori importanti e che hanno scadenze precise”.

Le soluzioni, si diceva, sono tre. Tra queste, per Valle d’Aosta aperta, non c’è un possibile governo di scopo che si occupi della Legge elettorale. “O rimangono con una maggioranza a 18, ma la definiscano, o c’è un’opzione di allargamento, che è una scelta politica, oppure se non ci sono condizioni c’è solo la soluzione elettorale – spiega Donzel -. Non serve un governo di scopo. Il Consiglio può adottare la Legge referendaria o fare una legge elettorale sua. In qualsiasi paese democratico se non ci sono condizioni per governare, e non ci sono, si ridà parola agli elettori”.

Fratelli d’Italia: “Una farsa sulla pelle dei valdostani”

Il coordinatore di Fratelli d’Italia Alberto Zucchi

Una farsa sulla pelle dei valdostani che ha superato ogni limite”. Non usa mezzi termini Alberto Zucchi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, commentando la situazione politica dopo la “staffetta” – mancata – alla presidenza della Regione tra Lavévaz e Testolin.

In una nota si legge: “Lo psicodramma tutto interno all’Uv ha determinato una situazione insostenibile ed indegna provocata dal pensiero esclusivo comune, esteso ad alcuni loro alleati molti dei quali senza Partito ma dotati di grande appetito, di come spartirsi dentro al Palazzo le deleghe e risolvere i propri problemi di permanenza od alternanza sulle poltrone. Intanto fuori, ad esempio, oltre alle croniche criticità tristemente note in tema sanitario è diventata da poco un’impresa titanica per i cittadini ottenere anche solo una semplice prescrizione di farmaci o la visita a domicilio di un medico di famiglia che era rimasto l’ultimo baluardo della sanità valdostana, frantumato anch’esso da una mancata programmazione e dalla consueta incompetenza dei nostri governanti”.

Non solo: “È evidente che i numeri attuali della composizione dell’attuale consiglio regionale non consentiranno, se mai lo produrranno, che un temporaneo palliativo per tirare a campare qualche mese sotto la minaccia dei franchi tiratori ma non potranno mai assicurare la stabilità necessaria per dare le doverose risposte che le famiglie e le imprese valdostane si attendono”.

Fratelli d’Italia, vede “due sole soluzioni serie a questa situazione indecorosa”. La prima – si legge – “è che, di fronte a questo stallo permanente provocato dall’Uv (7 consiglieri), le forze del centrodestra presenti attualmente in consiglio regionale (13 consiglieri), nella certezza della determinazione di tutti i suoi componenti di appartenere ad una coalizione e consapevoli della grave situazione venutasi a creare che necessita di un cambio radicale di marcia, si assumano la responsabilità di rappresentare un’alternativa traente di governo regionale che, in collaborazione costante con il governo nazionale, sia in grado di dare le risposte ai temi importanti e meritevoli insieme a chi avrà interesse a perseguirli”.

“Nell’impossibilità di concretizzare la prima, la seconda soluzione è quella di costituire un governo di scopo per varare in tempi brevi una legge elettorale che preveda l’elezione diretta del Presidente e della sua maggioranza così come avviene in tutte le regioni, d’Italia e nei comuni, per garantire la necessaria stabilità ed andare immediatamente dopo alle urne”.

Forza Italia critica la “telenovela in salsa valdostana”

Una pioggia di critiche. Dai banchi dell’opposizione consiliare, ma non solo. Sulla questione, appena chiusa, dell’avvicendamento sfumato tra Lavévaz e Testolin, prende posizione il coordinamento di Forza Italia Valle d’Aosta – che in Consiglio Valle esprime gli eletti Mauro Baccega e Pierluigi Marquis -, che spiega: “La telenovela in salsa valdostana sulla staffetta alla Presidenza della Regione tra Erik Lavevaz e Renzo Testolin, o meglio la pantomima come gli stessi protagonisti l’hanno definita, si è risolta nella maniera più surreale possibile, ovvero con il passo indietro del Presidente incaricato, Testolin, silurato dal Presidente in carica, Lavevaz, che nei giorni scorsi, rigorosamente a mezzo stampa, ha deciso di picconare sul nascere il tentativo del suo collega di partito di formare una nuova giunta”.

“Il tutto – aggiunge il coordinamento azzurro – mentre famiglie e imprese valdostane sono alle prese con il caro bollette, con l’inflazione galoppante, con la difficoltà a reperire lavoratori stagionali sul mercato, con le gravi criticità del nostro sistema sanitario e con tanto altro ancora. Di tutto questo, come Forza Italia annunciamo sin d’ora che i nostri consiglieri regionali Pierluigi Marquis e Mauro Baccega chiederanno conto nel prossimo Consiglio Valle del 16 e 17 novembre, poiché non è accettabile che per l’ennesima volta l’intera maggioranza regionale si trinceri dietro il silenzio delle manovre di palazzo, utili soltanto a soddisfare la brama di poltrone di qualcuno. Lo stesso silenzio che l’attuale governo regionale sta osservando colpevolmente a Roma, nelle sedi dei diversi ministeri, dove al di là dell’invio di qualche lettera istituzionale di buon lavoro per l’inizio mandato, ricevute peraltro a centinaia da ogni singolo ministro, della maggioranza regionale non si è ancora visto nessuno“.

La Lega all’attacco: “Spettacolo imbarazzante”

Consiglio regionale, il gruppo Lega VdA

“Lo spettacolo che, in questi giorni, l’attuale compagine di maggioranza ha dato ai valdostani è stato oggettivamente imbarazzante”. A scriverlo in una nota, dopo l’annunciata “staffetta” alla presidenza tra Erik Lavévaz e Renzo Testolin, che ha ritirato ieri la sua disponibilità dopo il “no” degli alleati di governo, è la Lega Vallée d’Aoste.

“Da settimane ormai, i valdostani sono in ostaggio della scelta su chi farà il Presidente e su chi saranno gli eventuali nuovi assessori, senza peraltro che una crisi formale sia stata mai realmente aperta – spiega ancora il Carroccio –. E, come nel più classico degli scenari, la montagna ha partorito un topolino, non riuscendo inoltre a risolvere il problema della precarietà di un Governo a 18 né a nominare, a distanza di 18 mesi, un nuovo Assessore all’ambiente”.

Ma c’è di più: “In tutto questo però, oltre all’immobilismo che l’attuale Governo regionale ha dimostrato, il vero assente nel dibattito sulla composizione di un ipotetico nuovo Governo è la risoluzione dei problemi dei valdostani, alle prese con il caro bollette e la crisi economica in atto, che ancora una volta finiscono nel dimenticatoio”, prosegue la nota.

Per questo, “nel prossimo Consiglio regionale i Consiglieri della Lega Vallée d’Aoste chiederanno conto al Presidente sfiduciato, e improvvisamente ritrovatosi senza rivali, degli enormi ritardi accumulati e delle intenzioni di questa maggioranza sul futuro della Valle d’Aosta”.

Area democratica: “Il cerchio dell’assurdo non è ancora chiuso”

Area democratica - Gauche autonomiste
Area democratica – Gauche autonomiste

“Il Presidente Lavevaz in questi diciotto mesi ha parlato di verifiche, revisioni, tagliandi, individuazione di perimetri, ricomposizione della maggioranza, consolidamenti, nuovi riassetti in giunta, staffetta di Presidenti… per poi arrivare, nei giorni scorsi, a definire quanto sta avvenendo il cerchio dell’assurdo. La verifica di maggioranza richiesta dall’allora Pcp, prima della fuga dei 5 ‘responsabili’ di Fp-Pd, non si è ancora conclusa e ancora una volta non si parla delle gravi responsabilità dei ritardi nella Sanità, del disorientamento a scuola, dei dati preoccupanti rispetto alla povertà e della mancanza di risposte rispetto al caro-bollette che colpisce tutta la società valdostana (cittadini, imprese, terzo settore…)”.

Così – in una nota firmata dai Raimondo Donzel Carmela Fontana -, Area democratica – Gauche autonomiste si esprime sulla situazione politica venutasi a creare dopo la mancata “staffetta” tra presidenti di Regione. Movimento che aggiunge: “Nel balletto di poltrone poi, nessun accenno alla presenza di una donna in giunta nemmeno da parte di quei finti progressisti che nelle loro direzioni oggi parlano di contenuti programmatici che nemmeno sono stati in grado di rispettare rispetto al mandato dato loro dagli elettori. Il cerchio dell’assurdo non è ancora chiuso“.

Pays d’Aoste Souverain: “Biechi personalismi”

presentazione Pays d’Aoste Souverain

Fuori dall’aula del Consiglio Valle, le critiche piovono. Lo dimostra anche Pays d’Aoste Souverain che spiega: “Evitare di agire con irruenza e meditare sulle scelte da prendere è sinonimo di maturità. Tergiversare è sintomo di insicurezza. Fare nulla è ignavia. Alla vigilia della nuova stagione turistica con operatori alla disperata ricerca di personale, albergatori ostaggi di mutui e tasse da onorare, artigiani che dopo anni di rispettata professione si trovano inspiegabilmente indebitati con le banche per pagare le bollette. Insomma, dopo una crisi generalizzata che ha messo il cappio al collo all’economia valdostana, la Valle d’Aosta merita qualcosa di più che essere in balìa di biechi personalismi e essere coperta dal ridicolo da misere caricature. Tutto ciò accade perché non vi è un serio progetto politico e l’egoismo impera“.

La Renaissance valdôtaine: “Peggiora sempre di più l’immagine della politica regionale”

Rinascimento
Renaissance valdôtaine

Dopo la propria assemblea, la Renaissance valdôtaine ha analizzato la situazione politica di questi ultimi, turbolenti, giorni per la maggioranza in Consiglio Valle. In una nota, parlando di “una parte di popolazione che si è allontanata dalla politica, evidentemente delusa e demotivata dai modelli sinora proposti” spiega: “Certamente, anche gli ultimi episodi di valzer di negoziazioni per i posti in maggioranza regionale, perché di questo trattasi, con andirivieni continui e in ultimo un dietro-front ulteriore incomprensibile, non fanno che peggiorare sempre di più l’immagine della politica regionale agli occhi di tanti valdostani”.

Italia al Centro: “Siamo all’anarchia politico-istituzionale”

Il Direttivo di Italia al Centro Valle d'Aosta
Il Direttivo di Italia al Centro Valle d’Aosta

Dai lidi del centrodestra, Orlando Navarra, coordinatore regionale di Italia al centro – Valle d’Aosta, dice: “Il passo indietro di Testolin lungi dal fare chiarezza all’interno dell’Uv accentua la distanza tra le segreterie politiche e gli eletti che non rispondono più ai loro organi interni nonché tra le forze politiche della stessa maggioranza. Siamo all’anarchia politico-istituzionale. Lo spettacolo indecoroso dello stallo politico della maggioranza senza che l’apertura di una crisi formale è sotto gli occhi di tutti ed è francamente imbarazzante nonché privo di prospettiva. La maggioranza è terrorizzata dall’apertura di una crisi formale dagli imprevedibili sviluppi mentre la sfiducia costruttiva da parte della stessa maggioranza nei confronti del proprio presidente della regionale sembra più che una proposta una barzelletta“.

E aggiunge: “A perdere sono solo i valdostani condannati da un immobilismo che trae linfa dall’odore della colla con la quale la maggioranza si attacca alle poltrone (presenti e future) senza risolvere i veri problemi del caro energia, del lavoro, della sanità pubblica, del turismo e dell’economia. Tutto ciò è frutto dell’assenza di una valida legge elettorale che consenta ai cittadini di sapere in anticipo quali saranno le alleanze e che permette al singolo consigliere un immenso potere di interdizione che viene spesso esercitato per piccoli obiettivi perdendo di vista l’interesse pubblico. La politica del pollaio. Urge quindi una riforma della legge elettorale”.

3 risposte

  1. Credo semplicemente che una situazione politica che deve vivere giornalmente su contrasti, paure nel non aver la maggioranza sul proprio operato non abbia più motivo di esistere, ogni punto argomento è solo spunto di discussione, essendo un periodo difficile non è possibile stare fermi, c’è obbligo nei lavori, proporre e andare avanti se questo manca è ora di dire basta, a Roma hanno fatto governi su governi senza il consenso dei cittadini, la Valle non può emulare, se necessita pur sapendo che ci sono costi avanti con un nuovo voto.
    Probabilmente un cambio a capo della gestione del Governo Regionale non può bastare.

  2. L’UValzer de la Cadrega:
    la cadrega L’avevaz poi non L’avevaz più, poi L’avevaz di nuovo.
    7 eletti che bloccano il lavoro di un Consiglio di 35… pas mal.

  3. “Quando per diventare direttore di una banca, o preside di una scuola, o socio di un’accademia scientifica, o componente di una commissione di concorso universitario è necessario aver la tessera del partito che è al governo, allora quel partito sta diventando regime: allora la politica, che è necessaria e benefica finché scorre fisiologicamente negli uffici fatti per essa diventa, fuori di li, un pretesto per infeudare la società a una classe di politicanti parassiti; diventa una specie di malattia paragonabile all’arteriosclerosi perché impedisce quella circolazione e quel continuo ringiovanimento della classe dirigente, che è la prima condizione di vitalità d’ogni sana democrazia.“

    — Piero Calamandrei Citazioni tratte da articoli de Il Ponte, Giugno 1950

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