La Ministra Marta Cartabia è cittadina onoraria di Ollomont

Prima della cerimonia la guardasigilli ha incontrato una delegazione del Celva, con la quale ha affrontato alcuni temi prioritari per gli Enti locali valdostani, tra cui il ruolo e le responsabilità degli amministratori pubblici nel contesto montano e la richiesta di attenzione sempre maggiore ai territori di montagna e ai piccoli Comuni.
Marta cartabia
Politica

La Ministra della Giustizia Marta Cartabia è cittadina onoraria di Ollomont. L’annuncio risale ad un paio di settimane fa e ieri, sabato 21 agosto, ha avuto luogo la cerimonia.

Prima, grazie all’interessamento del Sindaco David Vevey, il Presidente del Celva Franco Manes, il Sindaco di Charvensod Ronny Bobery (componente del cda Celva )e il Sindaco di Arvier Mauro Lucianaz (coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Unités des Communes Valdôtaines), hanno portato alla Ministra il saluto istituzionale del sistema degli Enti locali della Valle d’Aosta.

Nel corso dell’incontro, in un clima cordiale e costruttivo – si legge in una nota del Celva -, sono stati affrontati alcuni temi prioritari per gli enti locali valdostani, tra cui il ruolo e le responsabilità dei Sindaci e degli amministratori pubblici nel contesto montano e la richiesta di attenzione sempre maggiore ai territori di montagna e ai piccoli Comuni da parte del Governo.

A Cartabia è stato consegnato a nome del sistema degli Enti locali valdostani un documento sintetico in cui sono stati evidenziati i temi affrontati.

Il documento

Un’Agenda per la montagna

Diversi i punti toccati dal documento consegnato alla guardasigilli.

Anzitutto la tutela e la valorizzazione delle zone montane che, si legge, sono principi sanciti dalla Costituzione. “Si rende quanto mai necessaria la costituzione di una Agenda per la Montagna, che definisca un quadro strategico di sviluppo delle aree montane, in particolare in termini di servizi pubblici, digitalizzazione, innovazione e sostenibilità”, spiega il documento Celva.

Normativa e responsabilità dei Sindaci

“L’approvazione di una Legge sulla Montagna e, più in generale, la condivisione di un quadro normativo organico, riveste carattere di urgenza e imprescindibilità, tenuto conto anche del riconoscimento – espresso a più riprese da parte del Governo – della centralità della Montagna nelle politiche di rilancio del Paese”, si legge ancora.

Nel dettaglio, la normativa deve porre particolare attenzione al ruolo degli Amministratori comunali, individuando gli strumenti per sollevarli dalle responsabilità legate ai rischi dell’amministrare in montagna, ma non direttamente riconducibili al loro operato (come ad esempio il dissesto idrogeologico o i cambiamenti climatici), garantendo, al tempo stesso, la corretta gestione e l’ottimale fruizione del territorio.

In Valle d’Aosta – scrive il Celva – molti Comuni sono caratterizzati da grandi estensioni territoriali e scarsa densità abitativa (la densità abitativa in Valle d’Aosta è di 38,04 abitanti/km2 a fronte di una media nazionale di circa 197 abitanti/km2).

È quantomeno opportuno proseguire il percorso di riforma della giustizia – spiega il documento -, con interventi mirati sulla Pubblica Amministrazione, in primis addivenendo all’eliminazione del reato di abuso di ufficio per gli Amministratori pubblici.

Risorse finanziarie e fiscalità

All’interno di un rinnovato e organico quadro normativo e di rafforzati modelli di governance della Montagna, la richiesta avanzata al Governo è quella di individuare opportune e mirate misure finanziarie e introdurre una fiscalità di vantaggio per le aree montane.

O meglio di:

  • Destinare un’importante parte dei fondi europei per il sostegno alla Montagna, per interventi di rafforzamento delle infrastrutture, per la gestione del territorio, per l’erogazione dei servizi fondamentali e per favorire lo sviluppo di nuova occupazione e la crescita sostenibile delle comunità. 
  • Finanziare leggi di settore in maniera strutturata e continuativa, anche attraverso misure di semplificazione, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo socioeconomico, la sostenibilità, la crescita e la diversificazione dell’economia. 
  • Elaborare una specifica fiscalità di sviluppo, proporzionale e differenziata per territorio, che consenta di generare nuova occupazione, mantenere in vita le attività socio economiche esistenti, assicurare il mantenimento dei servizi, ad esempio attraverso l’introduzione di aliquote fiscali ridotte, la revisione delle imposte e dei canoni di concessione, l’agevolazione dell’acquisto di beni e servizi da parte delle amministrazioni pubbliche, la previsione di incentivi specifici per la popolazione e i lavoratori.
    Occorre inoltre ragionare attentamente, in maniera condivisa, sul ruolo futuro degli enti locali per quanto riguarda l’impiego autonomo e coordinato delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

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