Il commissariamento del Comune di Saint-Pierre, scattato nel febbraio 2020, proseguirà per altri sei mesi. Lo ha deciso, nella seduta del pomeriggio di ieri, giovedì 17 giugno, il Consiglio dei Ministri, su proposta del titolare della delega all’Interno, Luciana Lamorgese. Alla riunione, secondo quanto prevede la procedura, ha preso parte anche il presidente della Regione Erik Lavevaz, investito delle attribuzioni prefettizie in Valle d’Aosta.
Gli organi elettivi (il sindaco era Paolo Lavy) erano stati sciolti per l’accertato condizionamento dell’attività amministrativa da parte della criminalità organizzata. In particolare, l’accesso antimafia era scattato nell’aprile 2019 sulla base delle risultanze dell’inchiesta Geenna, della Dda di Torino e dei Carabinieri del Reparto operativo, in cui era stata arrestata l’allora assessore alle finanze dell’ente, Monica Carcea (poi dimessasi), condannata in primo grado a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione di tipo mafioso.
L’ispezione nel Municipio dell’alta Valle si era conclusa evidenziando come l’assessore coinvolto nell’inchiesta fosse il “perno del condizionamento del Comune” da parte della ‘ndrangheta, che “non trovando un contraltare e un argine nella solidità dell’apparato politico-amministrativo dell’Ente, ha compromesso il buon andamento e l’imparzialità dell’azione” comunale “e ha piuttosto favorito soggetti prossimi alla compagine criminale”.
Insediatasi in Municipio, la Commissione straordinaria di gestione ha affrontato le situazioni emerse dall’accesso antimafia, ricondotte non soltanto all’interferenza del sodalizio criminale, ma anche ad una gestione amministrativa “improntata all’improvvisazione e al disordine”. La “reggenza” del dirigente Giuseppe Zarcone, del viceprefetto Laura Ferraris e del viceprefetto aggiunto Diego Dalla Verde doveva scadere, al termine dei 18 mesi stabiliti inizialmente, con il prossimo agosto.
Nelle scorse settimane, i commissari hanno redatto la “Relazione ai fini della valutazione della proroga”, in cui indicano una serie di decisioni assunte nel periodo di loro gestione, che potrebbero essere fonte di contenzioso con le rispettive controparti (per cui si rivelerebbe migliore il presidio di chi ha trattato quei dossier), nonché alcune azioni di riorganizzazione della macchina amministrativa dell’ente, che necessitano di essere completate.
Il documento era stato valutato dal Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica, “allargato” ad un rappresentante della Procura della Repubblica, nella seduta dello scorso 26 maggio, quindi trasmesso al Ministero per la decisione arrivata ieri sera. Nel frattempo, a Torino sono in corso i processi d’appello che riguardano i presunti componenti della “locale” di ‘ndrangheta emersa dalle indagini e i suoi supposti concorrenti esterni. Le prossime elezioni comunali a Saint-Pierre potranno tenersi, a questo punto, nel 2022.
“Nella riunione del Consiglio dei Ministri di ieri, cui ho partecipato come Presidente per le prerogative del nostro Statuto speciale, – sottolinea il Presidente della Regione, Erik Lavevaz – ho riportato il lavoro fatto in raccordo con il Cpel e il nostro impegno perché il Comune e la Commissione straordinaria ricevessero e continuino a ricevere un supporto adeguato, in questa fase delicata della vita istituzionale di Saint-Pierre. La proroga di sei mesi proposta formalmente dal Ministro dell’Interno sarà adesso oggetto di un decreto del Presidente della Repubblica: questo periodo permetterà alla Commissione di completare il proprio lavoro. Al termine del commissariamento, nuove elezioni permetteranno al Comune di ritrovare piena operatività e autonomia.”