Zona rossa, Lavevaz: “L’avremmo istituita noi”

A spiegarlo il Presidente della Regione: “Non sono stati pochi dati non trasmessi ad aver cambiato il profilo sanitario ma il numero dei positivi rispetto alla popolazione che vede la Valle d’Aosta ai primi posti, e un tasso di saturazione delle strutture sanitarie che vede soglie ormai critiche”.

Gestione Covid-19, chi ha sbagliato paghi!

La Valle d’Aosta è in zona rossa. Giusto o sbagliato? Non sta certo a chi scrive giudicarlo, anche perché non possiede né i dati e né le competenze per avere una fotografia chiara dell’emergenza valdostana. Chi scrive però non può che rilevare l’imbarazzo del Presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, a dover svelare ieri in diretta nazionale che la nostra Regione non è stata neppure capace a trasmettere i dati richiesti.

Zone rosse, Brusaferro: “Difficoltà a raccogliere i dati in Valle d’Aosta”

“La Valle d’Aosta, per un motivo di difficoltà a raccogliere i dati dovuta anche al numero di casi significativi, per un periodo consistente fa fatica a presentare i dati, e questo secondo gli algoritmi di rischio definito porta ad un rischio alto”, ha spiegato in conferenza stampa il Presidente dell’Istituto superiore di Sanità.

Coronavirus, Lavevaz annuncia un’ordinanza per chiarire alcuni aspetti del nuovo decreto

“Stiamo facendo dei ragionamenti per cercare di calare questo Dpcm alla realtà del nostro territorio”. Fra i nodi elencati da Lavevaz: le elezioni di Courmayeur, la Dad, l’attività sportiva ma anche la ristorazione e gli alberghi. “Lo sforzo che faremo in questi 15 giorni sarà fondamentale per il futuro dei mesi seguenti”. Il dibattito in aula

Verso il lockdown in Valle d’Aosta?

“Se dobbiamo giudicare dal numero delle ospedalizzazioni e dalla curva dei decessi, l’attuale fase, che peraltro è ancora in fase ascendente, è probabilmente di gravità non dissimile da quella della prima fase”

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