Corruzione sotto il Cervino, sei ore di arringa per la difesa di Chiavazza: “nessuna irregolarità”

Conclusa, con l’ex capo ufficio tecnico di Valtournenche, la discussione degli avvocati dei quindici imputati che hanno scelto il rito abbreviato, la sentenza del processo dinanzi al Gup Davide Paladino è attesa per il prossimo 28 giugno.
Fabio Chiavazza lascia il Tribunale dopo l'udienza.
Cronaca

Sei ore. Le ha investite la difesa di Fabio Chiavazza – assistito dagli avvocati Anna Rossomando e Giuseppina Sollazzo – per l’arringa culminata nella richiesta di assoluzione dell’ex capo ufficio tecnico di Valtournenche, principale imputato del processo su un giro di corruzione nella vallata del Cervino. L’udienza di ieri, lunedì 21 giugno, davanti al Gup Davide Paladino si era aperta con una nuova serie di dichiarazioni spontanee del 51enne di Challand-Saint-Victor (in aggiunta a quelle già rese in apertura del procedimento), quindi la parola è andata ai suoi legali, ultimi difensori a discutere il rito abbreviato scelto da quindici imputati sui diciotto scaturiti dall’inchiesta “Do Ut Des” della Procura e dei Carabinieri.

La difesa Chiavazza: “solo ipotesi investigative”

Per Chiavazza, il pm Luca Ceccanti ha chiesto 7 anni e 4 mesi, la pena più elevata del processo. Tra le varie imputazioni per cui è a giudizio, vi è l’aver “addomesticato” una serie di gare e incarichi dell’amministrazione comunale, facendone beneficiare soprattutto i tre contitolari dell’impresa “Edilvu” (che non hanno chiesto riti alternativi e per i quali il giudice dovrà pronunciarsi sul rinvio a giudizio) e venendo da loro “ricompensato” con circa 50mila euro. Nella lunga udienza di ieri, i difensori ritengono di aver fornito al Gup argomenti utili e concreti per una ricostruzione alternativa a quella dell’accusa, animata da ipotesi investigative che, per i legali, tali sono rimaste.

Buona parte dell’arringa è stata dedicata a ricostruire tutte le procedure di conferimento degli incarichi, anche sul piano della loro regolamentazione normativa, evidenziando non solo come le procedure siano state rispettate, ma anche come alcune delle varianti adottate in corso d’opera (che, nella tesi accusatoria, rappresentavano il sotterfugio amministrativo per remunerare maggiormente gli affidatari) rappresentassero, in realtà, migliorie agli interventi senza aggravi per l’ente. Sono in tutto otto, stando all’ordinanza di custodia cautelare che aveva portato in carcere Chiavazza (dov’è rimasto per quasi sei mesi, senza mai rispondere alle domande del pm), le opere su cui avrebbe influito il patto corruttivo all’ombra della “Gran Becca”.

L’inchiesta

Oltre al Comune di Valtournenche, dalle 12mila pagine dell’inchiesta emerge che il “dare e avere” tra gli imputati avrebbe interessato anche varie procedure di appalto in ambito Anas e la ristrutturazione del bar “Rocce Nere”, sulle piste di Cervinia. Per quest’ultima opera, a processo c’è anche l’allora presidente della “Cervino SpA” Federico Maquignaz (54 anni, Valtournenche), per il quale l’accusa ha chiesto 1 anno per il “patto corruttivo” che avrebbe stipulato con l’ex capo ufficio tecnico (e sono contestati anche, a varie figure coinvolte nella realizzazione, la violazione delle norme edilizie e urbanistiche). Di rilievo, nella lettura accusatoria legata alle gare dell’azienda stradale, anche la figura dell’ingegnere Corrado Trasino (57, Aosta), per il quale il pm ha chiesto 2 anni e 300 euro di multa.

Gli altri imputati

Gli altri imputati sono: l’ingegnere Giuseppe Zinghinì di Aosta e la dipendente comunale a Valtournenche Cristina Camaschella di Antey-Saint-André (richiesta di 1 anno e 6 mesi e 300 euro di multa ognuno); i liberi professionisti Andrea Benincasa Di Caravacio di Torino, Stefano Rossi di Piacenza, l’ingegnere Adriano Passalenti di Saint-Nicolas, l’impresario Nicolò Bertini di Alagna Valsesia, l’artigiano Stefano Trussardi di Aosta e l’architetto Ezio Alliod di Verrès (invocati 1 anno e 4 mesi e 200 euro ognuno); l’architetto Marco Zavattaro di Quart, l’amministratore unico della “Ivies” Enrico Giovanni Vigna di Quincinetto, l’amministratore unico della “Edilvi Costruzioni” Ivan Voyat di Aosta e l’amministratore della “Chenevier SpA” Luca Frutaz di Aosta (per tutti, il pm ha sollecitato 4 mesi di arresto e 30mila euro di ammenda).

Sentenza il 28 giugno

Le indagini, passate anche attraverso numerose perquisizioni, misure cautelari e varie intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno preso in esame il periodo 2014-2017. Nel procedimento si sono costituite due parti civili, cioè il Comune di Valtournenche, l’Anas e l’imprenditore Enrico Goglio, primo a rendere dichiarazioni agli inquirenti sul “taglieggiamento” che Chiavazza avrebbe operato nei suoi confronti, dopo il rifiuto di versargli una seconda “tranche” da 20mila euro. Chiuse le arringhe difensive, nell’udienza del prossimo 28 giugno ci sarà spazio per le eventuali repliche e controrepliche delle parti, quindi si conoscerà la decisione del giudice, con la sentenza.

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