Come iniziò la pandemia: il 5 marzo 2020 il primo caso di Coronavirus in Valle d’Aosta

05 Marzo 2021

La cronistoria della “prima ondata” della pandemia in Valle d’Aosta prende il via il 31 gennaio 2020, quando viene fatto in regione il primo test per il nuovo Coronavirus. I giorni seguenti sono stati concitati, tra casi sospetti e primissime chiusure, fino ad arrivare al 5 marzo, un anno fa, quando due tamponi – all’epoca mandati ad analizzare a Torino – su cinque casi sospetti, risultano positivi al Covid-19.

 

31 gennaio: il primo test in Valle d’aosta

E’ venerdì, fuori c’è il sole e fa davvero un caldo anomalo. In redazione c’è chi cerca di riprendersi dalla Veillà della sera precedente, chi segue il Consiglio regionale in diretta streaming e chi cerca informazioni per un articolo, parlando al telefono con una fonte. Appena prima di mezzogiorno scatta l’inevitabile discussione sul luogo in cui pranzare tutti insieme, come da tradizione, durante la Fiera di Sant’Orso. Alle 12.02 la fame lascia spazio allo sconforto: un lancio Ansa annuncia la necessità di effettuare un test per il Coronavirus su una bimba di 3 anni, ospitata in un albergo di Champoluc. Qualche minuto più tardi a darne conferma in aula è l’Assessore regionale alla Sanità, Mauro Baccega. La piccola proviene da Hong Kong, via Londra. Il Covid 19, nome “in codice” del virus, non ha ancora fatto capolino in Italia, mentre in Cina, – luogo dal quale “proviene”, è stato capace di mietere decine di migliaia di vittime in meno un mese. Fatte le dovute verifiche, alle 12.40 usciamo con la notizia. Nel giro di qualche minuto si scatena il caos. Riceviamo anche una telefonata, da un’albergatrice del luogo: “Come vi permettete di seminare il panico in questo modo?”  Solo in serata arriva l’esito del test: negativo.


10 febbraio: i racconti sul Covid da chi rientra dalla Cina

Alla ribalta sui quotidiani nazionali, il Covid-19 in Valle d’Aosta ci arriva tramite i racconti di chi rientra dalla Cina. “Nel giro di pochissimi giorni sono passato dal vedere la gente girare con la mascherina a vedere strade completamente deserte”, ci racconta Alex Stellin, ventisettenne valdostano che si trovava a Pechino per lavoro. Sembra tutto ancora così lontano e improbabile.

 

19 febbraio: gli esperti del turismo non sono preoccupati

“La situazione sanitaria, sebbene sia di interesse globale, non sembra (in questa fase) però poter portare conseguenze al turismo valdostano”. Gli esperti iniziano a ragionare sugli effetti della diffusione del virus, senza però esprimere una preoccupazione particolare.

 

21 febbraio: a Codogno si registra il primo caso italiano di positività al virus

In Valle d’Aosta la Cogne Acciai Speciali annuncia un periodo di cassa integrazione ordinaria per far fronte alla contrazione temporanea degli ordini dovuta anche all’impatto sui mercati del Coronavirus, a tenere banco le grandi manovre in vista delle elezioni regionali in programma ad aprile. Nel frattempo, a Codogno, in Lombardia, si registra il primo caso italiano di positività al virus. Si tratta di un uomo di 38 anni che non è mai stato in Cina ma che probabilmente ha avuto contatti con un’altra persona rientrata in Italia a fine gennaio, dopo un viaggio proprio in quel paese. Il Coronavirus però non è un’esclusiva di quel piccolo Comune in provincia di Lodi ma inizia a “comparire” in altre località vicine. In serata arriva la notizia del primo decesso: è un uomo di 78 ricoverato da una decina di giorni presso l’ospedale di Padova. I casi si moltiplicano nel Nord Italia.

 

22 febbraio: una task forse a colloquio con Roma

A seguito dei primi due decessi – in mattinata arriva anche il secondo, in Lombardia – una task force valdostana prende parte alla videoconferenza con la Protezione civile nazionale e con tutte le Regioni, alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. La Lega chiede lo “stop ai carnevali”.


23
febbraio: due casi sospetti all’Ospedale Parini

All’Ospedale Parini di Aosta si registrano due casi sospetti di Coronavirus, vengono ricoverati, in isolamento: si tratta di due italiani che riferiscono di essere venuti a contatto con persone residenti nei comuni lombardi colpiti dal focolaio di contagio degli ultimi giorni. Presentano febbre e un’infezione alle vie respiratorie.

 

24 febbraio: le prime chiusure

L’Inps chiude gli sportelli al pubblico, mentre cominciano a fermarsi gli sport di squadra. Primi segnali del “lockdown” in arrivo, a chiudere le porte sono anche i cinema.

 

26 febbraio: tutti negativi i casi sospetti

Dopo giorni di notizie legati a casi sospetti, dall’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino arriva anche l’ultimo responso dopo che un valdostano è stato ricoverato, con sintomi acuti, al “Parini”. Il tampone è negativo, così come quelli effettuati nei giorni precedenti. Il Governo spiega: “non esistono casi di coronavirus, nemmeno sospetti, in Valle d’Aosta”.

 

27 febbraio: “Siamo una destinazione sicura”

Una nota informativa dai canali della Regione spiega che “la destinazione Valle d’Aosta è una destinazione sicura e ideale per trascorrere una vacanza di divertimento e di relax”. “La situazione è sfuggita di mano a livello nazionale, creando preoccupazione nell’opinione pubblica, anche internazionale – spiegava in una conferenza stampa il Presidente della Regione Renzo Testolin –  Le nostre strutture e infrastrutture sono aperte e funzionanti: bar ristoranti, impianti di risalita, i musei, le mostre e i castelli sono aperti e visitabili. Non ci sono limitazioni sul nostro territorio”.

 

4 marzo: chiudono le scuole, ma solo fino al 15

Da Roma, il 4 marzo, il premier Conte e la Ministra dell’Istruzione Azzolina annunciano la chiusura “prudenziale” delle scuola in tutta Italia fino al 15 dello stesso mese. Dal giorno dopo il provvedimento del Governo, il 5 marzo, le scuole chiuderanno per non aprire più.

 

5 marzo: i primi casi positivi in Valle

Due tamponi arrivati da Torino, su cinque casi sospetti, risultano positivi al Covid-19. Per avere conferma i campioni vengono inviati all’Istituto superiore di sanità per un secondo controllo di conferma o meno della positività. La Presidenza della Regione riferisce che le due persone “manifestano sintomatologie lievi” e che “uno di essi era stato nelle zone a rischio contagio”. Qualche ora più tardi i positivi saranno cinque, con sintomi lievi. Due di essi sono turisti, il terzo è residente in Valle. Tutti hanno avuto contatti con le “zone rosse” della Lombardia. Intanto, in tutta la Valle, si cominciano ad annullare eventi sportivi, culturali, conferenze e funzioni religiose.

 

8 marzo: le chiusure “pesanti”

Dopo le restrizioni per gli ingressi nelle strutture per anziani e la chiusura delle discoteche, il Casinò di Saint-Vincent, che aveva annunciato il “numero chiuso” per i clienti si ferma. Il giorno stesso, dopo le grandi polemiche del weekend precedente sugli assembramenti nelle piste, viene annunciata la chiusura di tutti gli impianti di risalita della Valle a partire dall’indomani, 9 marzo. A Cogne, intanto, chiudono gli alberghi.

 

9 marzo: i primi ricoverati

I positivi in Valle sono 15, e arrivano i primi tre ricoverati che diventano due il 9 marzo, dopo le dimissioni di un paziente. L’Ordine dei Medici lancia un allarme: “Senza restrizioni, ad aprile, si rischiano 1300 contagiati”. Le chiusure proseguono: alberghi, trasporti verso Milano, scuole (fino al 3 aprile). L’Italia – è l’annuncio di Conte – diventa interamente una “zona protetta”. Dal giorno dopo ogni spostamento è vietato in entrata e in uscita dalla Valle d’Aosta e al suo interno, così come nelle altre regioni, “se non per motivi di lavoro, in casi di comprovata necessità o per motivi di salute”.

 

10 marzo: il primo spostamento delle Elezioni regionali

Mentre i Sindaci chiedono lo spostamento delle comunali in autunno, le Regionali, previste per il 19 aprile, saltano. Il Decreto del Presidente della Regione le fa slittare al 10 maggio, ma così non sarà. La Valle da “destinazione sicura” cambia, e l’Assessore alla Sanità Baccega invita “i turisti ancora presenti a ritornare al proprio domiclio”.

 

11 marzo: il primo decesso

La mattina dell’11 marzo la Valle si sveglia con la notizia del primo decesso per Covid-19 in regione. L’uomo, un 75enne di La Salle con un quadro clinico pregresso compromesso, è morto nella notte al “Parini”. Ospedale regionale che, l’annuncio avviene in conferenza stampa, comincia a predisporre un Laboratorio analisi interno per i tamponi e il reparto Covid. La Cogne ferma parte della sua produzione. Si fermerà definitivamente due giorni dopo. In serata il premier Conte annuncia la “stretta”, dal giorno dopo, di nuove attività.

 

13 marzo: nasce il reparto Covid del “Parini”. L’Italia canta dai balconi

L’ospedale regionale si riorganizza per far spazio all’annunciato reparto Covid. In tutta Italia, così come in Valle, un flash mob chiede alle persone di aprire le finestre, uscire dai balconi e suonare e cantare assieme, mentre dalle case spuntano le finestre e gli arcobaleni colorati che lanciano il messaggio “Andrà tutto bene”. A livello sanitario il numero dei contagi si impenna. Il dottor Montagnani spiega che ci si avvicina al picco dell’epidemia: “se facciamo i rapporti con la Lombardia potremmo avere 300 contagiati confermati”.

 

15 marzo: i tamponi si fanno al “Parini”, la Valle blindata e i primi positivi tra i sanitari

Con 24 ore di anticipo sulla tabella di marcia viene attivato l’estrattore per i tamponi all’ospedale regionale, che ovvia al dover mandare tutti i campioni all’Amedeo di Savoia di Torino. I primi risultati ad Aosta portano ad una impennata di casi positivi. Luca Montagnani viene nominato coordinatore sanitario dell’emergenza Covid. La Valle si blinda ai non residenti e la Regione annuncia la stretta sulle microcomunità e la nascita delle Usca. Alcuni sanitari, tra medici e personale infermieristico, sono risultati positivi al tampone. Tra questi, il Commissario dell’Usl Angelo Pescarmona.

 

16 marzo: il secondo decesso. I positivi superano i 100. Saltano le Elezioni comunali

Ricoverato da alcuni giorni in Rianimazione, al “Parini” si conta il secondo decesso dovuto al Covid-19. È un uomo di 83 anni. I positivi in Valle superano “quota cento”, in serata gli isolati sono sopra i mille, mentre i ricoverati salgono a 38. Il primo piano dell’ospedale regionale è dedicato ora interamente ai pazienti Covid. Via decreto il Presidente Testolin rinvia le elezioni amministrative dei 66 comuni valdostani che avrebbero dovuto votare il 17 maggio.

 

18 marzo: il terzo decesso. A Pontey i primi positivi nella microcomunità

In Valle si conta la terza vittima per Covid-19. A Pontey vengono confermati i primi tamponi positivi agli ospiti della microcomunità, fattore che porta alla decisione di sottoporre al test tutti gli utenti ed il personale della struttura. In pieno “lockdown” una pizzeria ad Aosta viene trovata aperta, scatta la denuncia dei Nas. Entra in vigore, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il decreto “Cura Italia”.

 

19 marzo: i morti salgono a otto

A stretto giro le vittime segnalate dall’Autorità sanitaria in Valle salgono a cinque, poi sette qualche ora più tardi per arrivare, in serata, a otto.

 

20 marzo: l’allarme dell’Usl sui dpi. Un consigliere regionale risulta positivo

L’Usl lancia un appello: “I dispositivi di sicurezza qui in Valle d’Aosta, come nel resto d’Italia, non arrivano e le nostre scorte si stanno esaurendo”. Nel frattempo i numeri dell’emergenza sembrano stabilizzarsi, ma Montagnani tiene alta la guardia e parla di una “situazione estremamente grave”. I positivi salgono a 258. Tra questi c’è anche un consigliere regionale– Si tratta di Roberto Cognetta (Vdalibra), che il 10 aprile annuncerà la propria guarigione.

 

22 marzo: la nuova “stretta” di Conte. Pontey diventa “zona rossa”

Il premier Conte, in conferenza stampa serale, annuncia un nuovo giro di vite e chiude tutte le “attività produttive non essenziali”. Il Presidente Testolin firma l’ordinanza che rende Pontey zona rossa, con il divieto di allontanamento dall’area del Comune da parte di tutti gli individui presenti sul territorio. Il provvedimento durerà fino al 10 aprile.

 

23 marzo: 12 positivi alla microcomunità di Verrès. Il Consiglio Valle approva le prime misure anticrisi. Ma arrivano i primi due guariti

Dopo Pontey, il Covid-19 arriva anche nella microcomunità di Verrès. “Situazione sotto controllo”, spiega il Sindaco Giovenzi. Su 25 ospiti 12 sono risultati positivi. Il Consiglio Valle approva all’unanimità le prime misure di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese da 3,7 milioni di euro. Le Elezioni regionali, già spostate dal 19 aprile al 10 aprile, slittano a data da destinarsi. L’Usl attiva le Unità speciali di continuità assistenziale. Il 23 marzo è anche il giorno in cui la Valle toglie lo “zero” dalla casella dei guariti: arrivano i primi due.

 

24 marzo: all’Usl scarseggiano farmaci e reagenti per le analisi. Salgono a 20 i decessi

Dal reparto di Rianimazione l’Usl lancia l’allarme: mancano farmaci curarici, i sedativi e ipnotici per la ventilazione dei pazienti intubati. A mancare però sono anche i reagenti per il Laboratorio analisi, che riduce la propria attività e concentra i tamponi per le urgenze. I decessi salgono a 20 e la Protezione civile allestisce un ospedale da campo nel piazzale della telecabina per Pila.

 

26 marzo: la convenzione con la clinica di Saint-Pierre

Montato l’ospedale da campo, si chiude l’accordo con l’Isav di Saint-Pierre che mette a disposizione 35 posti letto per malati Covid. Montagnani definisce la situazione “tragica, come in tutta Italia”.

 

30 marzo: nuovi medici a supporto dell’emergenza. I decessi sono 50, gli anziani positivi nelle “micro” 76

L’Usl apre due avvisi per il reclutamento di personale medico e infermieristico, in cui rientrano anche i dipendenti in pensione. Arrivano le prime adesioni: 17 medici, 14 infermieri e 7 oss. Le vittime arrivano a 50, i positivi a 517, 112 dei quali ricoverati. Gli anziani positivi nelle microcomunità di Pontey, Valtournenche, Verrès e Antey sono 76. L’Unità di crisi lavora sulla terapia domiciliare e tenta la strada del “Protocollo Marsiglia”.

2 aprile: il “boom” dei guariti e le analisi all’Istituto Zooprofilattico

Dopo dieci giorni dai primi due il bollettino dell’Unità di crisi segna un “boom” di guariti, quindi con doppio tampone negativo, 18 in 24 ore. Al Laboratorio di analisi, si aggiunge il rinforzo dell’Istituto Zooprofilattico. Siglato l’accordo, referterà 50 tamponi al giorno.

 

3 aprile: il “picco” dei decessi, 13 in 24 ore

Ancora oggi l’impennata più alta, il 23 maggio il bollettino riporta 13 decessi in 24 ore. Il totale sale a 74. La Regione stanzia 250mila euro per la Didattica a distanza. Il virus, ed il lockdown, dimezzano gli accessi al Pronto soccorso.

 

4 aprile: due decessi in quattro giorni alla clinica di Saint-Pierre

L’Isav, che ha cominciato ad ospitare pazienti Covid dal 1° aprile, fa segnare due morti in quattro giorni. Il giorno è segnato da due altri “casi”: i 18 malati in Geriatria, al Beauregard, tra gli operatori, e lo sfogo social che fa emergere tutta la paura degli infermieri. Una nuova ordinanza del Presidente Testolin rende obbligatorio l’uso di mascherine e guanti per fare la spesa.

 

6 aprile: 57 ospiti positivi al Père Laurent

Nella struttura per anziani aostana, finita anche sotto l’occhio della Procura, sono risultati positivi 57 ospiti su 120. Nel pomeriggio i dirigenti vengono convocati in Regione.

 

7 aprile: il problema delle microcomunità, gli ospiti positivi sono 118, i decessi per Covid 12

In Valle si fa pesante il bilancio nelle strutture per gli anziani: 12 i decessi accertati per Covid-19, mentre gli ospiti positivi sono 118. In Valle si annunciano, dall’indomani, i tamponi “drive-in” a domicilio. La popolazione sottoposta al test è pari al 2,06%. Il Governo nazionale comincia a realizzare che la riapertura delle scuole sarà complessa, e vara il “Decreto scuola”, nella sua prima versione. Dopo il tampone anche il Sindaco di Aosta, Fulvio Centoz, risulta positivo al virus.

 

8 aprile: il primo guarito nella “zona rossa”. In Valle i morti superano quota 100

A Pontey, che chiede a gran voce la revoca della “zona rossa”, arriva il primo guarito. La Cgil lancia un allarme: c’è un terzo caso di contagio tra il personale dei supermercati. 24 consiglieri regionali chiedono a Testolin e Baccega un “piano d’azione” per l’emergenza. Intanto in Valle i decessi superano i 100, con 49 guariti. I contagiati salgono a 850, tra i quali l’Assessore ai Trasporti Luigi Bertschy.

 

9 aprile: al “Cottolengo” di Saint-Vincent il 95% degli ospiti è positivo

Nuovo allarme, e nuovamente in una struttura per anziani. A Saint-Vincent, nella struttura protetta “Cottolengo” il 95% degli ospiti risulta positivo al Covid-19. A Pontey è dichiarato guarito uno degli ospiti della microcomunità mentre ad Aosta preoccupa la mortalità di marzo, che raddoppia rispetto allo stesso mese del 2019. Spunta l’ipotesi che la clinica di Saint-Pierre diventi un ospedale Covid, fatto che poi non si concretizzerà mai.

 

10 aprile: la Valle raggiunge il picco. Pontey esce dalla “zona rossa” e guarisce un 103enne nella micro

Il “picco epidemiologico”, viene spiegato dall’Unità di crisi in conferenza stampa, sembra raggiunto. Si entra nel cosiddetto “plateau”, in attesa di una discesa dei numeri. A Pontey viene revocata la “zona rossa”, nello stesso comune, nella microcomunità, guarisce un ospite di 103 anni. In Valle risultano positivi, tra medici e infermieri, in 69. Tre sono ricoverati. Il premier Conte, con un nuovo Dpcm, proroga il “lockdown” fino al 3 maggio, con alcune eccezioni tra le quali le librerie e i negozi di abbigliamento per bambini.

 

12 aprile: il numero dei guariti supera quello dei decessi

Dopo due giorni senza nuove vittime, il 12 aprile i decessi continuano e arrivano a 111. Numero superato però, per la prima volta, da quello dei guariti che salgono a 112.

 

15 aprile: lo “stop” all’Isav come ospedale Covid. Partono gli screening sui sanitari

L’idea di trasformare la clinica di Saint-Pierre in un ospedale Covid frana, tra i problemi la carenza di personale. Comincia lo screening del personale sanitario. Al “Parini”, su 39 tamponi, sono stati trovati due positivi “totalmente asintomatici”. Dei 29 fatti alle Oss sul territorio, i casi positivi sono sei.

 

17 aprile: a Perloz 18 posti per anziani “no Covid” nella nuova ala della micro. Si proroga l’accordo con l’Isav

A Perloz viene aperta la nuova ala della struttura residenziale “Creux-Porté”, con 18 posti per pazienti Covid negativi. Il contratto per i 35 posti Covid + con la clinica di Saint-Pierre viene prorogato di altri 30 giorni.

 

18 aprile: dal Consiglio Valle un nuovo pacchetto di misure anticrisi. Ma per la “fase 2” è presto

Il Consiglio regionale approva il secondo pacchetto di misure anticrisi da 25 milioni di euro. Il numero dei contagiati in Valle supera i mille, mentre i guariti arrivano a 400. Per l’Assessore alla Sanità Baccega in regione “è prematuro passare alla fase 2” dell’emergenza.

 

19 aprile: si riaprono gli orti, anche fuori dal Comune di residenza

Il Presidente della Regione Testolin firma l’ordinanza che permette la coltivazione del proprio orto, anche non nei pressi della propria abitazione.

 

21 aprile: un neonato positivo al Beauregard

Al Beauregard due donne, risultate positivi al Covid-19, partoriscono a distanza di pochi giorni l’una dall’altra. In un caso il bambino, nato pretermine, è risultato positivo al virus, contratto poco dopo la nascita. Il piccolo, come la mamma, sta bene ed è asintomatico.

 

22 aprile: la Valle diventa la regione col più alto numero di guariti e dimessi, quarta per tamponi fatti

La Valle, a spiegarlo è il coordinatore dell’emergenza Montagnani in conferenza stampa, è la regione col più alto numero di guariti e dimessi rispetto ai casi positivi. Per tamponi effettuati invece, con il 3,9% rispetto agli abitanti, è quarta. Testolin annuncia il Piano per la ripartenza delle Opere pubbliche, con affidamenti per 30 milioni di euro fino a fine anno.

 

23 aprile: 59 guariti in 24 ore

A fare notizia sono i dati del bollettino quotidiano, che segnano zero decessi e un “boom” di 59 guariti in 24 ore. Intanto, nel reparto Covid del “Parini”, i medici si “autotassano” donando il 5% dei propri stipendi anche “in risposta all’immobilismo della classe politica di fronte a questo momento di profonda crisi socioeconomica”.

 

24 aprile: la Giunta nomina il Comitato tecnico per la “Fase 2”

“Individuare gli interventi attraverso una fotografia della situazione della Valle d’Aosta per poter avviare della ‘ripartenza’”. Questo l’obiettivo che il Governo regionale ha affidato al Comitato tecnico, nominato il 24 aprile. Fase 2 per la quale si muovono anche gli imprenditori valdostani che lanciano l’appello “Prima che sia tardi”.

 

26 aprile: l’annuncio della “Fase 2”

Il premier Conte, in conferenza stampa annuncia l’avvio della “Fase 2” dell’emergenza, con l’allentamento del “lockdown” e di diverse misure restrittive, attraverso un nuovo Dpcm.

 

27 aprile: per liberare il “Parini” si tenta di riorganizzare il sistema

L’esigenza è quella di sgravare l’ospedale regionale dai pazienti Covid a bassa intensità, e si tenta un nuovo accordo con l’Isav di Saint-Pierre. Intanto per la “Fase 2” si riorganizzano ambulatori e chirurgie. Dopo 20 giorni un doppio tampone dichiara guarito il Sindaco di Aosta, Fulvio Centoz.

 

28 aprile: alla “micro” di Doues i positivi sono 17 su 18. La Regione apre alla vendita di cibo da asporto

Alla microcomunità di Doues 17 ospiti sui 18 totali risultano positivi al Covid-19. Dopo il nuovo Dpcm il Presidente Testolin firma l’ordinanza che stabilisce le disposizioni per la vendita del cibo da asporto, ma l’ingresso nei locali è ancora vietato.

 

29 aprile: nasce il “Bonus figli”. Intanto l’ospedale si prepara alla “Fase 2”. I guariti in Valle superano i positivi

La Regione apre alle domande per la misura “Bonus a favore dei soggetti con figli a carico”. Nel frattempo, la sanità pensa alla riorganizzazione per la “Fase 2”: dotarsi di un “Covid Hospital”, unificare il “Parini” e riconvertire a lungodegenza e riabilitazione il Beauregard. Nel tardo pomeriggio, dal bollettino dell’Unità di crisi si evince che i guariti (539) superano per la prima volta i positivi (448).

 

3 maggio: tre giorni consecutivi senza decessi. L’Unità di crisi, però, chiede “attenzione massima”

Avvicinandosi alla “Fase 2” i numeri dei contagi in Valle fanno ben sperare: il 2 maggio si arriva a tre giorni consecutivi senza nuovi positivi. L’Unità di crisi, però, tiene alta la guardia per evitare un “lockdown” di rientro. Montagnani, il giorno dopo, non si nasconde: “La situazione è sempre grave e drammatica”.

 

4 maggio, comincia la “Fase 2”, la Valle prova a ripartire. I guariti sono 700

Il primo giorno ufficiale della “Fase 2” ha finalmente inizio. Il numero dei guariti comincia a crescere esponenzialmente, e arriva a 700. I decessi in Valle, però, stando all’Istat, sono aumentati del 60% nel 2020. La Clinica di Saint-Pierre, intanto, declina la richiesta di Usl e Regione: l’Isav non diventerà un “ospedale Covid”.

 

7 maggio: il “Parini” si candida per sperimentare la terapia al plasma

L’ospedale regionale dà la sua adesione al protocollo sperimentale delle “Molinette”. Anche ad Aosta, questione molto seguita durante il periodo, si potrebbe testare la terapia basata sul plasma da convalescente, già utilizzata contro Ebola, l’epidemia di Sars del 2002 e l’influenzavirus H1N1.

8 maggio: cancellata la Foire d’Été. L’esame di Stato sarà solo orale

Le Regione si arrende al virus: una delibera di Giunta passa un colpo di spugna su Foire d’Été, Ateliers des Métiers e Concours Cerlogne. Dal Ministero all’Istruzione si decidono le nuove modalità per lo svolgimento degli esami di terza media e dell’esame di maturità, che sarà solo orale.

 

11 maggio: una settimana senza decessi

Per la prima volta, in Valle, si vive una settimana intera senza nessuna nuova vittima da Covid-19.

 

13 maggio: ripartono i laboratori artigianali e le prime attività sportive

Cominciano ad aprirsi anche per le attività produttive e sportivi i primi spiragli della riapertura. Dal 13 maggio, a deciderlo un’ordinanza del Presidente della Regione, possono riprendere tennis, paddle, golf ma anche equitazione e pesca sportiva e le attività delle guide escursionistiche naturalistiche, degli accompagnatori di turismo equestre e i maestri di mountain bike mentre si amplia l’attività delle guide alpine, oltre alle attività artigianali di piccola carpenteria metallica, legno, vetro, ceramica. Intanto, dopo lo Stato, anche la Regione interviene per l’’emergenza alimentare, stanziando 350mila euro ai Comuni.

 

14 maggio: il rientro a scuola a “geometria variabile”

Dall’Assessorato all’Istruzione prende forma un “Piano scuola” per un rientro a “geometria variabile” degli studenti già a maggio e giugno. Piano che poi salterà per la decisione ministeriale di terminare l’anno scolastico a scuole chiuse. L’Arpa, intanto, si prepara ad analizzare 50 tamponi al giorno.

 

15 maggio: il JB Féstaz chiude il reparto Covid

Dopo oltre due mesi dall’inizio della pandemia la Casa di riposo JB Féstaz di Aosta chiude il reparto Covid.

 

16 maggio: trovata l’intesa Stato-Regioni, approvato nella notte il Decreto legge per le riaperture

Approvato nella notte dal Governo, il nuovo Decreto legge permette, dal 18 maggio, la riapertura di bar e ristoranti, e sparisce l’autocertificazione. Il Governo regionale prepara i due protocolli con le regole per riaprire le attività. Il Comune di Aosta approva invece il “Piano dehors” per permettere ai locali, che per il distanziamento perdono posti all’interno, di allargarsi all’esterno. A Cogne, annuncia l’Amministrazione comunale, tutta la popolazione sarà sottoposta a test sierologico.

 

18 maggio: la Valle riapre, ma i confini restano chiusi

Il Presidente della Regione Testolin firma l’ordinanza che completa le riaperture della “Fase 2”. Aosta si rimette in moto, tra le insicurezze dei commercianti alle prese con le nuove regole. Ad aprire nuovamente, in tutta la Valle, sono circa duemila attività.

 

21 maggio: il “Terzo pacchetto” anticrisi

Si comincia a lavorare, in II Commissione regionale, al “Terzo pacchetto di misure anticrisi”. Il suo percorso, lungo ed accidentato, sarà approvato in Consiglio regionale solamente il 3 luglio.

 

22 maggio: la polemica sull’indice di contagio

In conferenza stampa il Presidente dell’Istituto superiore di Sanità Brusaferro parla di un innalzamento dell’indice di contagio R(t) all’1.06. La Protezione civile regionale corre ai ripari e smentisce: il dato è tra lo 0.5 e 0.6. La cosa, però, non finisce qui: il giorno dopo la Regione scrive all’ISS per fare, e chiedere, chiarezza.

 

25 maggio: Pontey escluso dai fondi per le zone rosse. Aosta supera il test delle riaperture del primo weekend

Il Decreto rilancio del Governo prevede fondi specifici per le zone rosse, in isolamento per almeno 30 giorni. Le 3 settimane vissute invece da Pontey lo pongono al di fuori, suscitando le ire del Sindaco Tillier. Aosta intanto, stando alle autorità, supera lo “stress test” del primo weekend di riapertura dei locali.

 

6 giugno: la “Fase 3”. Riaprono terme, parchi, aree picnic e impianti a fune. La Giunta approva il “Terzo pacchetto”

Il 5 giugno Testolin firma l’ordinanza che dal giorno dopo riapre le altre attività economiche, produttive e sociali in Valle. La “Fase 3” può così cominciare. Dopo quattro giorni consecutivi senza nuovi contagi il bollettino del giorno peggiora e fa segnare un nuovo decesso, il 144°, e due nuovi positivi. La Giunta regionale, in serata, approva il “Terzo pacchetto di misure anticrisi” da 161 milioni di euro complessivi. Al suo interno, anche le nuove direttive per la Sanità post-Covid, e per attrarre personale medico in Valle.

 

8 giugno: per la Procura la Valle non era “destinazione sicura”

La Procura, il fascicolo viene comunque archiviato, parla di informazioni “erronee e addirittura potenzialmente pericolose per la salute pubblica”. Il riferimento è alla Valle “destinazione sicura” di cui avevano parlato il Presidente Testolin ed il Coordinatore dell’emergenza Luca Montagnani.

 

12 giugno: l’ultima campanella della scuola. In Valle cinque giorni a “contagi zero”

Senza mai essere stata riaperta, dopo mesi di didattica a distanza, si chiude l’anno scolastico. A Perloz si inaugura l’Unità di cure residenziali, 18 posti letto per soggetti negativi al Covid e dimessi dalle Rsa, l’Isav o l’ospedale. Per il quinto giorno consecutivo la Valle d’Aosta è a “contagi zero”.

 

17 giugno: le “micro” riaprono ai parenti. A Cogne i test sierologici fanno emergere un 75% di asintomatici

Il Presidente della Regione firma l’ennesima ordinanza, dal giorno dopo le microcomunità riaprono alle visite dei pazienti. Da Cogne arrivano i risultati dei test sierologici sugli abitanti: 29 abitanti su 837 prelievi sono risultati positivi, ma solamente 7 di questi sono sintomatici.

 

24 giugno: il peso economico del virus sulla Valle

Ad aprire le valutazioni sulla situazione economica in Valle, a “Fase 3” avviata, è Bankitalia che, senza girarci troppo attorno, parla di “conseguenze pesanti”, con settori come turismo, commercio e tempo libero in calo anche del 30%. Di avviso simile l’indagine trimestrale di Confindustria, che evidenzia “l’impatto negativo che l’insorgenza della pandemia ha avuto nei principali comparti dell’economia regionale”. Allarmi che arrivano anche da una ricerca di Confcommercio secondo la quale a rischio, a fine 2020, ci sarebbero 800 aziende e 2700 lavoratori.

 

29 giugno: il Consiglio Valle boccia l’indennità “Covid” per i sanitari

I numeri che mancano a tutti, maggioranza e opposizione, nel “gioco di scacchi” del Consiglio Valle, fanno saltare l’indennità “Covid” per gli operatori sanitari in prima linea durante l’emergenza contenuta nel “Terzo pacchetto di misure anticrisi”.

 

3 luglio: approvato il “Terzo pacchetto di misure anticrisi”

Fatto il danno, il Consiglio Valle si inchioda alla ricerca di un accordo tra i movimenti per riportare l’indennità “Covid” in aula. Accordo che verrà raggiunto solo il 2 luglio. Il giorno dopo la proposta, mediata da un “Gruppo di lavoro politico”, viene approvata dal Consiglio.

10 luglio: un nuovo prefabbricato per un ospedale riorganizzato

In conferenza stampa l’Assessore alla Sanità Baccega ed il Commissario Usl Pescarmona illustrano il Piano di riorganizzazione per il potenziamento della rete ospedaliera per l’emergenza Covid-19. Il Piano mette sul tavolo interventi per 7,9 milioni tra cui un prefabbricato da 1000 mq tra il Centro prelievi ed il corpo “C” dell’ospedale, un reparto “polmone”, un container a sostituzione della tenda di pre-triage, lo sgombero della piastra e lavori di adeguamento al reparto di Rianimazione. Nel frattempo, il Presidente Testolin firma l’ordinanza con le modalità per la riapertura delle sale da ballo e delle discoteche. Si può ballare, ma esclusivamente negli spazi esterni.

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